È un’attrice di grande carattere, che nel corso della sua straordinaria carriera ha lavorato con mostri sacri del teatro, quali Giorgio Strehler e Carmelo Bene, e del cinema (Marco Tullio Giordana e Bernardo Bertolucci, tra gli altri). Volto noto della tv (ti ricordi di Livia, la fidanzata del Commissario Montalbano?), è anche pianista, scrittrice - il suo libro Un corpo per tutti. Biografia del mestiere di attrice è fresco di pubblicazione - , prossima regista di un film su Eleonora Duse e narratrice di audiolibri. 

Su Audible puoi infatti ascoltare vari romanzi letti da Sonia, tutti molto apprezzati dai nostri utenti. L’ultimo, in ordine di pubblicazione, è Gli Anni, capolavoro di Annie Ernaux, scrittrice che Sonia Bergamasco cita tra i suoi autori di riferimento.

Ed è proprio in occasione della presentazione dell’audiolibro Gli Anni che l’abbiamo incontrata al Salone del Libro di Torino 2023.

Un’opportunità preziosa per fare due chiacchiere con questa interprete di grandissimo talento, scoprire qualcosa di più sulla sua attività di narratrice e, in particolare, sul suo rapporto con la scrittrice vincitrice del Premio Nobel 2022 Annie Ernaux.

Intervista realizzata da Teresa Iannotta

Parliamo de Gli anni: com’è stata l’esperienza di interpretare questo libro per te che già eri la voce di Annie Ernaux?

C’è stata questa felice congiunzione per cui mi era stato chiesto molti anni fa di leggere Il posto, di Annie Ernaux, quando ancora io non avevo letto nulla di lei. Da quella prima lettura, che era stata fatta per Emons, per me è partita una storia d’amore che non finirà. Mi sono trovata nella drammaturgia fortissima di questa autrice e nella sua scrittura nuda, così generosa, così forte. Quella di Annie Ernaux è una scrittura apparentemente severa ma fortemente emotiva, capace di sprigionare una forza grandiosa.

Dopo Il posto ho letto Gli anni e poi L’evento, anche se Gli anni è stato l’ultimo ad essere pubblicato.

Il posto
L'evento

Gli anni è stato l’ultimo audiolibro che ho realizzato per L’orma, che è la casa editrice che ha portato la Ernaux in Italia e ha tradotto quasi tutta la sua opera, con la traduzione formidabile di Lorenzo Flabbi, che è anche l’editore di tutti i romanzi di questa autrice.

Gli anni

Lo stile di scrittura di Annie Ernaux è molto particolare, a tratti quasi asciutto ma che sa parlare di emozioni molto forti, che riesce a farti riconoscere in un'esperienza. Come ti sei trovata dando voce ad un’autrice che ha questo stile?

La scrittura di Annie Ernaux e la conoscenza del suo mondo e del suo stile ha accompagnato un desiderio che da anni era anche mio, e che sta continuando a procedere; è il desiderio di una sempre maggiore espoliazione, di ricerca dell’essenziale, di voler togliere il peso che è di troppo. Quindi, in questo senso la sento come un’autrice ideale, anche per il mio percorso.

Il lavoro di interpretazione è un lavoro che comincia prima o durante la lettura del libro? Come ti cali nell’interpretazione?

Mi metto in ascolto il più possibile di quello che c’è, e cioè dell’opera, della scrittura, della ricerca linguistica, una ricerca fortissima in Annie Ernaux. Questa è già un’azione potentissima, è già interpretazione. Lasciare che entri, che si depositi quella che è la scelta stilistica, drammaturgica, creativa, linguistica dell’autrice. Poi, cerco di andare insieme, di procedere musicalmente insieme, di respirare insieme.

Qual è il tuo rapporto, nel periodo in cui narri una storia, con i suoi personaggi e vicende?

Come ti dicevo prima, la mia idea è quella di cercare di andare insieme alla storia, di stare incollati alla pagina, al ritmo interiore posto dalla scrittura; stare insieme significa anche sentire insieme, empatizzare. Non tanto pensare, architettare, ma al contrario non pensare, non architettare, lasciare che succeda quello che, momento per momento, pagina dopo pagina, succede.    

La questione è rispettare l’opera e l’autore, ascoltarli, in modo da lasciare spazio a loro, perché poi è naturale che un'attrice, un attore, portino il proprio contributo, è fisiologico; ma se questo è già assodato, facciamo spazio a quello che è l’opera che poi verrà ascoltata, assorbita da persone che noi non conosceremo mai, e che hanno tutto il diritto di immaginare la loro storia.

È molto tangibile l’amore per questa autrice, quindi immagino anche che il tuo legame con i suoi titoli sia particolare. C’è un altro autore o autrice al quale sei particolarmente legata o a cui ti piacerebbe dare la voce?

Beh, siamo a Torino, penso a Primo Levi. Penso alla sua scrittura, che per certi versi è una scrittura che si avvicina a quella di Annie Ernaux, nella sua nudità, nella sua estrema scioltezza, nella sua bellezza.

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