Per una cosa nuova ci vuole un nome nuovo. È così che sono nati i "PodLAST", che sono podcast, ovvero contenuti audio ottimizzati per l'ascolto su dispositivi informatici e altri device elettronici, ma sono ideati e prodotti dai giornalisti della Stampa, primo giornale italiano a mettersi alla prova fuori dai tradizionali confini delle parole di carta.
Dalla letteratura alla politica, dalle notizie di attualità ai loro approfondimenti, i PodLAST daranno alla comunità dei lettori della Stampa la possibilità di scegliere tra contenuti diversi, sentendosi sempre a casa.
Sono diventato un ascoltare fisso dei PodLast, gli approfondimenti audio curati dai giornalisti de La Stampa. In questo periodo storico in cui si parla tantissimo di fake news e crisi del giornalismo tradizionale, è un'iniziativa coraggiosa e molto interessante, unica nel panorama nazionale, che indica una nuova possibilità di fruizione e di accesso all'informazione. Ora il giornalismo di qualità si può ascoltare, oltre che leggere. Lo consiglio a chi vuole contrastare il generale appiatimento del giornalismo sull'ultima breaking news, perché i Podlast danno la possibilità di uscire fuori dal flusso mediatico e approfondire con le orecchie aperte. Ci sono 10 argomenti, e tra i miei preferti ci sono Narravita, su storie di cronaca da analizzare e non perdere di vista, e Guerra e Pace sulla politica internazionale.
Vincitore Premio Strega 2017
Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia.
I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.
Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.
Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui". Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.
Quando ho ascoltato le "Otto Montagne" mi ha ricordato le settimane che passavo da bambino in montagna d’estate con i miei zii a Madonna di Campiglio… Lunghe camminate per arrivare a un lago, respirare la natura, sentirsi piccoli di fronte a certi paesaggi e fare un pic-nic o fermarsi a mangiare a un rifugio. Qui siamo dalla parte opposta, in Valle d’Aosta, ma le emozioni sono le stesse, anzi amplificate dalla figura di Bruno, che in montagna non va da turista ma è nato lì, ci abita e si occupa del pascolo. Lo consiglio a tutti i ragazzi di città come me che vogliono riflettere sul bisogno di avere un rifugio, fisico e mentale, e non perdere di vista il contatto con la natura e la naturalità delle cose. Attenzione, fa venire una gran voglia di andare in montagna d'estate, perché no ai piedi del Monte Rosa.
Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: "Se hai capito qualcosa, la vuoi lasciare lì in un pacchetto", dice. Così, all'Orsigna, sotto un albero a due passi dalla gompa, la sua casetta in stile tibetano, in uno stato d'animo meraviglioso, racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità.
E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo. Ai giovani in particolare ricorda l'importanza della fantasia, della curiosità per il diverso e il coraggio di una vita libera, vera, in cui riconoscersi. La sua proverbiale risata e la tonalità inimitabile della sua voce, che qui si è cercato di restituire intatte, lasciano trasparire la serenità di chi non lotta più, felice di un'esistenza fortunata, ricca di avventura e amore.
Questo audiolibro è un testo unico che racchiude tutti i suoi libri precedenti, ma anche li precede e li supera. "Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un testo che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte." Una delle opere più amate di Tiziano Terzani, un testo che è il suo ultimo regalo, letto da Edoardo Siravo.
Ho ascoltato "La fine è il mio inizio" in viaggio in Giappone. Cercavo un audiolibro abbastanza lungo che mi potesse accompagnare in aereo e non sono riuscito più a fermarmi. Essere in Asia e ascoltare la vita di Tiziano Terzani è stata un'accoppiata vincente, anche se spoileralla fine la sua parentesi nipponica non è stata molto fortunata. E' veramente incredibile ascoltare come un giornalista di questo livello ripercorra poco prima di morire tutti i suoi anni, le sue scelte a volte molto coraggiose e fuori dagli schemi. La voce di Edoardo Siravo rende l'audiolibro eccezionale. Mi ha incoraggiato a pensare che veramente siamo noi gli artefici del nostro destino e lo consiglio a chi cerca una conferma o lo mette in dubbio.