Ambientata sull'isola di Procida, la storia ha come protagonista Arturo, un ragazzo che ha il nome di una stella. Morta di parto la madre, il padre una figura lontana e piena di fascino, ad accompagnare Arturo nei suoi giri per le spiagge e nelle sue avventure è solo la cagnolina Immacolatella. Poi il padre torna a casa con Nunziata, la sua giovane sposa.
Come afferma Carola Susani nell'Introduzione, "L'isola di Arturo è il romanzo di un incanto, del felice gioco segreto della reinvenzione infantile del mondo, e del suo infrangersi contro lo scoglio improvviso della maturità, della realtà."
Un romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il "Cacciatore di aquiloni" ha fatto per l'Afghanistan. Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria".
Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese.
E, in parallelo, si snoda la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore.
La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
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Reims, maggio 1944. Un gruppo di partigiani tenta l'assalto al castello di Sainte-Cécile, centro nevralgico dei collegamenti tra le forze di occupazione tedesche. L'attacco viene respinto ma il cinico maggiore Dieter Frank si rende conto di trovarsi di fronte avversari pronti a tutto.
Tra loro c'è una donna, l'agente dello spionaggio inglese Flick Clairet. Soprannominata "Pantera", Flick unisce al fisico minuto e sensuale una determinazione e un'audacia fuori dal comune. Di lì a poco metterà a punto una squadra composta di sole donne per portare a termine la missione fallita. Tra Flick e Dieter ha inizio un duello senza esclusione di colpi, fatto di agguati, inseguimenti, sfide sul filo dell'astuzia e dell'esperienza, fino allo scontro ultimo e risolutivo.
La storia di una donna passionale, del suo matrimonio arrivato in ritardo, quando ormai non ci sperava più, e del suo grande amore incontrato per caso, durante una cura termale per guarire dal "mal di pietre".
Dal romanzo è tratto il film omonimo di Nicole Garcia con Marion Cotillard e Louis Garrel.
Eminente psichiatra di New York cerca donne tra i 18 e i 32 anni per uno studio su etica e morale. Compenso generoso. Anonimato garantito. Una sola richiesta: sincerità assoluta. Quando Jessica Farris, make-up artist squattrinata, accetta di partecipare a uno studio condotto da un certo dr. Shields, misterioso psichiatra della New York University, non sa bene cosa immaginarsi. Ma in fondo a lei interessa più che altro il compenso "generoso", e forse il brivido della novità: la sua vita è fatta di corse su e giù per Manhattan a truccare studentesse per le loro notti pazze, di tranquille serate in compagnia del suo cane e poco altro. Eppure, nel momento in cui mette piede nell'aula 214 - una stanza asettica con soltanto un computer accesso, su cui lampeggia un: Benvenuta, Soggetto 52 - qualcosa le dice che forse è stata troppo avventata.
Sincerità assoluta: ne sarà capace? Ti senti in colpa se dici una bugia? Hai mai fatto molto male a qualcuno a cui tieni? Spieresti i messaggi del tuo partner? Pian piano, le domande del fantomatico dr. Shields si fanno più incalzanti, più personali, più pericolose. È come se avesse capito tutto di Jess: quello che pensa, quello che nasconde. E quando le chiederà di passare dall'aula 214 al mondo reale, per lei sarà già troppo tardi per sottrarsi al gioco. Perché Jessica Farris è la candidata perfetta per quello che il dr. Shields ha in mente. Almeno finché, ormai prigioniera di una sottile rete di lusinghe, dipendenza, e ossessione, Jess non scoprirà che la stessa sorte è toccata a qualcun'altra prima di lei...
Peppe Vitiello, soprannominato "Braciola" per il suo fisico tondeggiante, è il sovrano incontrastato della trattoria Partenope, sul lungomare di Mergellina, dove dispensa buoni piatti e battute di un'arguzia fuori dal comune. Fra le mura domestiche, invece, subisce le angherie di sua moglie Angelina, una donna burbera e dispotica che lo ritiene un buono a nulla e gli impedisce persino di avvicinarsi ai fornelli.
L'ispettore Gianni Scapece lavora nel commissariato vicino alla trattoria, è un tipo solitario e ama la cucina non meno delle donne. Tra una risata e un bicchiere di vino, Vitiello e Scapece sono diventati amici, al punto che Braciola è ormai il confidente preferito del poliziotto. Quando un uomo viene trovato morto in circostanze bizzarre - vicino al corpo sono disseminati, come in una sorta di rituale, alcuni alimenti - Scapece decide di utilizzare l'intelligenza e le conoscenze gastronomiche di Vitiello per risolvere il caso.
Il killer, infatti, non solo ha voluto firmare il suo crimine, ma provoca l'ispettore inviandogli ogni giorno piatti da lui cucinati: impepate di cozze, fritture di pesce, caponate...
Questa versione audioBook letta da Dario Agrillo, risuona della musicalità dello straordinario patrimonio umano e artistico di Napoli, ma dà voce anche alla malvagità, sempre in agguato. "Aglio, Olio e Assassino", di Pino Imperatore è un audioBook realizzato con ambientazioni e sound design originali che vi regaleranno una nuova esperienza di ascolto. Una produzione Good Mood digital publishing in accordo con Malatesta Lit. Ag.
"A tutti i mali ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio". Uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati scritti, una storia che tocca temi come la speranza, la giustizia, la vendetta, la riconoscenza, il perdono... Un classico che appassiona con la sua trama sorprendente, potente e avvincente.
Il Conte di Montecristo è Edmond Dantès, all'origine un giovane marinaio, esperto nel suo lavoro e profondamente onesto, il quale, per le mene congiunte di tre perfidi personaggi, - Fernand Montego, Danglars e il procuratore Villefort - viene imprigionato nel terribile carcere marsigliese del Castello d'If e vi trascorre molti anni in una segregazione pressoché assoluta e nella disperazione estrema. In queste condizioni affina un odio feroce per gli autori della sua rovina, e l'amicizia con un altro prigioniero (l’abate Faria) gli procura l'evasione, nonché un favoloso tesoro, di cui ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata, attraverso le sue molteplici identità, i suoi viaggi, gli avvelenamenti, gli intrighi, le scomparse, i ritorni, fino alla "redenzione" conclusiva.
La voce esperta e drammatica di Moro Silo caratterizza i personaggi nel rispetto più assoluto delle indicazioni e dello stile dell'autore, per consentire all'ascoltatore di comprendere in ogni istante la dinamica della trama e godere fin nei dettagli la grandiosità del talento letterario di Alexandre Dumas.
Nava, a sud di Kabul. Gli uomini di un ricco mercante bussano alla porta: un gruppo di banditi ha rubato un camion e ucciso il guidatore e ora, come risarcimento per la merce perduta, pretendono il figlio Enaiatollah. Per salvare il ragazzino di nove anni, la madre compie la più dolorosa delle scelte: lo porta in Pakistan e lì lo abbandona. Qui ha inizio l'incredibile viaggio di Enaiatollah che lo porterà in Italia passando per l'Iran, la Turchia e la Grecia. Oggi Enaiatollah vive con una famiglia affidataria, lavora come mediatore e studia a Torino, la città dove ha conosciuto Fabio Geda con il quale ha ricostruito la storia della sua incredibile vicenda.
Versione integrale.
- La primavera si fa attendere e un vento freddo sferza le strade di Napoli. Al Teatro San Carlo, il grande tenore Arnaldo Vezzi viene trovato morto nel suo camerino prima della rappresentazione de "I Pagliacci", la gola squarciata da un frammento di specchio. Artista di fama internazionale, venerato dal pubblico, amico del Duce, il cantante è un uomo egoista e meschino, con parecchi nemici.
Il primo caso del commissario Ricciardi della Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli.
Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un'estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura. Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all'uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro.
Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un'umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche.
Dopo l'eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio - otto edizioni e una straordinaria accoglienza critica (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) -, Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta. E mette in scena la disperata, rabbiosa ricerca di senso di un ragazzo che implora salvezza: "Salvezza. Per me. Per mia madre all'altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza."
Margherita ha trentaquattro anni e un lavoro che ama. È bella, ricca ma disperatamente incapace di superare sia la scomparsa dell'adorato papà, morto all'improvviso otto anni prima, sia l'abbandono del fidanzato che l'ha lasciata senza troppe spiegazioni.
Dopo un grave incidente d'auto si risveglia in ospedale. Qui incontra una signora anziana che da poco è stata operata al femore. Anna, oggi settantaseienne - nata poverissima, "venduta" come sguattera da bambina - ha trascorso la vita in compagnia di un marito gretto e di una figlia meschina, eppure ha conservato una gioia di vivere straordinaria. Merito delle misteriose lettere che, da più di mezzo secolo, scrive e riceve ogni settimana.
I mondi di queste due donne sono lontanissimi: non fossero state costrette a condividere la stessa stanza, non si sarebbero mai rivolte la parola. Dopo i primi tempestosi scontri, però, fuori dall'ospedale il cortocircuito scatenato dalla loro improbabile amicizia cambierà in meglio la vita di entrambe.
Un romanzo pieno di grazia che racconta, con tono ironico e sorprendentemente leggero, il dolore della perdita e la fatica della rinascita.
"Per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente, comunque, che non sia già dentro di noi".
Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore.
Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.
Concita De Gregorio indaga a fondo una storia vera, creando un congegno narrativo rapido, incalzante e pieno di sorprese. Uno di quei testi in cui uomini e donne trovano qualcosa di sé.