Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Ti proponiamo alcuni audiolibri che affrontano questo tema, per non abbassare mai la guardia.
Ad oggi, nel mondo, una donna su tre è vittima di abusi e ogni giorno oltre cento donne sono assassinate dagli uomini che dicono di amarle. In Italia, dall’inizio del 2022 sono 96 le donne uccise, di cui 84 hanno trovato la morte in ambito familiare, per mano di congiunti, compagni, mariti, ex compagni. La violenza contro le donne, che non ha a che fare solo con i femminicidi ma anche con violenze sessuali, percosse, stalking e molestie, è purtroppo un problema capillare e radicato nella nostra società.
Fare informazione sulla violenza contro le donne, portare le persone a riflettere sul fenomeno, far si che gli uomini imparino a non essere violenti e crescere le nuove generazioni nel rispetto della donna sono tutte azioni fondamentali nell’ambito della prevenzione e della sensibilizzazione; la cultura ha un ruolo molto importante in questo senso, ecco perché in occasione della giornata contro la violenza sulle donne abbiamo selezionato alcuni ascolti utili ad approfondire l’argomento. Romanzi, saggi, autobiografie, testimonianze e prospettive diverse che ci aiutano ad inquadrare il fenomeno in modo ampio e accurato.
Ecco quindi i titoli che ti consigliamo per riflettere sulla violenza contro le donne.
La giornalista e scrittrice Rula Jebreal, che si occupa di parità di genere per il G7, analizza nel suo saggio Il cambiamento che meritiamo la situazione femminile in Italia e nel resto del mondo, facendosi aiutare da dati e testimonianze e rivelando l’urgenza di fare fronte a tutte quelle situazioni che impediscono che il mondo sia a misura di donna. Femminicidi, violenza domestica, disparità economiche, occupazione femminile, stupri di guerra, violenze verbali, povertà femminile e peso delle cure che ricade tutto sulle donne… un quadro poco incoraggiante che però non deve spingere a gettare la spugna. La Jebreal racconta infatti anche le storie di chi sta lottando per una società più giusta per le donne; persone che ci ispirano ad impegnarci per conquistare “il cambiamento che meritiamo”.
Con Ferite a morte, Serena Dandini sceglie di dare voce a tutte le donne che in vita non hanno avuto la possibilità di parlare, che sono state punite per non essere state obbedienti, zitte e buone come le voleva la società. L’autrice racconta le vittime di femminicidio, quelle che in tutto il mondo soffrono violenza fisica e psicologica e vedono calpestati i loro diritti e la loro dignità. Storie terribili, dall’Italia al Messico, dal Giappone ai paesi mediorientali, che indignano e intristiscono, ma che servono per svegliarci, per spingerci all’azione. Raccontare le vittime, concentrare l’attenzione su di loro (invece che sui carnefici, come spesso viene fatto dai media), è già un primo passo importantissimo per combattere la violenza contro le donne e per dare forza a chi sta cercando di uscire da una situazione difficile.
Le parole sono importanti, e scegliere con cura quali usare è un’azione necessaria per costruire la parità di genere, che passa anche dal linguaggio. Nella nostra vita quotidiana infatti, capita spessissimo di lasciar correre, o giustificare, certe espressioni rivolte alle donne, perché le abbiamo sempre sentite usare o perché vogliamo evitare problemi con l’interlocutore.
Il libro di Michela Murgia, Stai zitta, ha l’obiettivo di farci capire quanto sia forte il legame tra le ingiustizie che subiamo e le parole che sentiamo; per questo l’autrice espone 10 frasi mortificanti nei confronti delle donne che, spera, in futuro non dovremo sentire più. Michela Murgia si augura che, al termine della lettura, nessuno di noi faccia più finta di niente davanti a termini che sminuiscono le donne e cercano di zittirle, ma che sia finalmente in grado di comprendere e dare un nome alle situazioni di discriminazione e mancanza di rispetto.
Siamo negli anni 60 in un paesino della Sicilia; la protagonista Oliva ha 15 anni e vive con la sua umile famiglia: il fratello gemello Cosimino, la sorella maggiore Fortunata, mamma Amelia e papà Salvo, contadino. La vita al paese per Oliva è segnata dal suo sesso biologico, che porta con sé continui divieti (da parte della madre) e giudizi (di tutto il paese). Ma Oliva non ha nessuna intenzione di piegarsi al ruolo che la società ha stabilito per lei in quanto donna e decide di lottare opponendosi al matrimonio riparatore e influenzando con la sua scelta tutta la sua famiglia, i parenti e il paese. Il personaggio di Oliva Denaro, costruito in modo molto convincente da Viola Ardone, rappresenta tutte le donne del nostro passato che hanno lottato per un cambio e non si sono lasciate zittire nemmeno dalla violenza.
L’ombra delle donne è un podcast che vuole affrontare temi tradizionalmente considerati tabù del mondo delle donne, le cosiddette “ombre”: violenza domestica, chirurgia plastica, tradimenti, fecondazione assistita, maternità a rischio, segreti, deviazioni, malattia, onore. Temi scomodi che è meglio nascondere perché fanno paura, sono causa di vergogna o potrebbero indignare l’interlocutore. Grazia De Sensi sceglie invece di farli raccontare apertamente dalla viva voce delle protagoniste, 12 donne che parlano dei loro momenti di oscurità e così facendo aiutano tutte noi a sentirci più unite e più forti, protette dal grande ombrello della sorellanza.
Nell’episodio numero 6, Eva racconta la sua storia di violenza domestica; Eva è un’insegnante di filosofia che vive in Basilicata, una mamma premurosa che ha difeso per anni i suoi figli dallo stalking dell’ex marito, un uomo che Eva ha conosciuto appena adolescente e con il quale è rimasta per 18 anni, accettandone mancanze, tradimenti, violenza e machismo. In questo podcast si racconta e racconta il suo processo verso la consapevolezza di donna maltrattata, la sua vita giocata sempre in difesa e illuminata solo dall’amore dei figli, un amore che è stato fondamentale per salvarsi.
Lella Costa, attrice e scrittrice conosciuta soprattutto per i suoi monologhi teatrali, racconta in ogni episodio di questo podcast le storie di due donne, che si incrociano e si incontrano in tempi e luoghi diversi. Nella prima puntata, le protagoniste sono Yordanka e Lucie. Yordanka è una donna di origini bulgare che arriva in Italia per sfuggire al matrimonio con un uomo che la picchia; una volta nel nostro paese però, Yordanka finisce a Pizzo Calabro a fare la bracciante, un lavoro sfiancante e ingrato. Lì conosce un uomo, di cui non si dirà il nome perché non se lo merita, con cui comincia una relazione. Resta incinta, lui però quel figlio non lo vuole e sparisce nel nulla, lasciando la donna ad affrontare serissimi problemi di salute durante la gravidanza. Questo è solo l’inizio della storia di Yordanka che, come tutte le storie raccontate da Lella Costa in Invictae, meritano di essere conosciute e ascoltate, perché parlano di donne che sono riuscite a liberarsi, a sopravvivere alle violenze e a risorgere. Un podcast necessario, raccontato con emotività e complicità dalla voce eccezionale di Lella Costa.
Un passo importante da fare per prevenire la violenza sulle donne è istruirle a riconoscere in tempo un partner pericoloso e fornire loro le risorse per uscire da una situazione potenzialmente rischiosa. "Questo è lo scopo del libro che avete tra le mani: aprirvi gli occhi sul mondo dentro e fuori di voi", dice appunto l’autrice, la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, riferendosi a Io non ci sto più. Nell’audiolibro si spiegano in modo chiaro e esaustivo le caratteristiche delle possibili tipologie di narcisisti e il funzionamento dei rapporti tossici che tendono ad instaurare con le loro vittime. Una volta inquadrate le diverse personalità, l’autrice si concentra sulle strategie di fuga e smaschera le scuse che una donna potrebbe dire a se stessa per non uscire dal rapporto di dipendenza. Un ascolto molto istruttivo e illuminante non solo per le persone in difficoltà relazionale ma per tutti, perché la prevenzione è la migliore arma.
Malala Yousafzai, attivista pakistana e più giovane vincitrice del Nobel per la Pace, che le è stato conferito nel 2014 a soli 17 anni, è stata premiata per essersi impegnata per il diritto all’istruzione in un luogo (la città di Mingora, in Pakistan) dove questa possibilità è stata negata alle donne dai talebani. L’audiolibro ne racconta la storia in modo semplice, adatto a un target di bambini e ragazzini delle scuole medie, sottolineando il coraggio di una giovane donna che, nonostante sia stata minacciata e poi gravemente ferita dai talebani, ha continuato a battersi per il diritto di tutte le bambine e bambini all’istruzione, in qualsiasi luogo del mondo.
Giuliana Sgrena, cronista di guerra che si è occupata a fondo nella sua carriera della condizione femminile, in particolare nel mondo islamico, analizza in questo saggio il ruolo della donna nelle tre grandi religioni monoteiste. Seppur diverse tra loro e spesso in guerra una con l’altra, queste religioni hanno una cosa in comune: il disprezzo verso la donna, considerata un essere inferiore; una concezione misogina al servizio di una società patriarcale, nella quale il controllo fisico e psicologico della donna passa anche e forse soprattutto proprio dalle religioni. Con uno stile giornalistico, l’autrice passa in rassegna i testi sacri e intervalla le citazioni di Bibbia, Torah e Corano con vicende personali. Che tu sia credente o ateo, questo ascolto ti farà riflettere e prendere coscienza dell’importanza di ribellarsi a certe idee obsolete e discriminatorie.
Della stessa autrice ti consigliamo di leggere anche Manifesto per la verità, che nel tentativo di smascherare le fake news che ci vengono quotidianamente rifilate dai giornali, la tv, i social media, ma anche dalle autorità politiche e religiose, si occupa anche di tutte le “bufale” che, dalla notte dei tempi, hanno rovinato la vita alle donne, da Eva alle vittime di molestie di oggi.
Noi italiani tendiamo a pensare ai paesi nordici come grandi esempi di civiltà, libertà e democrazia; l’autrice svedese Camilla Läckberg sembra però voler lanciare un messaggio con questo romanzo: non è tutto oro quel che luccica, e anche qui nel pacifico nord le donne vengono picchiate e violentate nell’omertà generale. Le storie al centro della trama sono quelle di tre donne maltrattate, tre sconosciute accomunate dal desiderio di riscatto per tutti gli abusi subiti, che le spinge a mettere a punto un piano per vendicarsi dei mariti. Un thriller breve e avvincente che affronta un tema tristemente attuale.
In una delle sue lezioni, lo psichiatra Paolo Crepet riflette sul tema della violenza sulle donne e cerca di farlo rifuggendo una visione troppo schematica della questione, quella secondo cui chi deve essere perseguito è il maschio mentre la donna è vittima. Secondo l’autore, per provare a cambiare le cose bisogna andare alla radice della questione, ovvero analizzare la cultura e la formazione delle persone. Per esempio, è importante capire chi è l'individuo che arriva a compiere una violenza o addirittura un femminicidio; si tratta di un uomo che un tempo è stato un bambino e che ha avuto una famiglia, un padre e una madre che gli hanno inculcato che i maschi si devono comportare da “maschi”: reagendo in un certo modo alle provocazioni, picchiando per difendersi, facendo gli sbruffoni. L’accondiscendenza verso un’ideale maschile di “macho” aggressivo, che inizia fin da molto piccoli, è la questione da affrontare per cominciare a risolvere il problema della violenza sulle donne, e questo compito è sia maschile che femminile.
Nella nostra pagina Da donna a donna puoi trovare tanti altri suggerimenti di storie femminili raccontate da donne.